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Ipossia e stress ossidativo sono due facce della stessa medaglia

Ipossia e stress ossidativo sono due facce della stessa medaglia

La mancanza di ossigeno e lo stress ossidativo sono due facce della stessa medaglia!

L’ossigeno è essenziale per la vita degli organismi aerobici e circa l’1% di ciò che consumiamo viene convertito in specie reattive dell’ossigeno (ROS). A questa quota cosiddetta fisiologica di ROS si aggiunge quella proveniente da esposizioni ambientali esogene o dovuta a trattamenti come radio e chemioterapia nel caso di malattie cronico-degenerative. Per evitare la loro estinzione, gli organismi hanno sviluppato meccanismi complessi per far fronte ai ROS e agli xenobiotici come i sistemi di difesa antiossidanti. Stiamo parlando di sistemi che lavorano a livello cellulare con concentrazioni molto basse, gli antiossidanti seguono una logica simile, cioè ad uno stimolo radicale la cellula risponde con segnali in grado di migliorare la protezione antiossidante, in pratica tutto questo avviene nell’ambito della teoria evoluzionistica.

In presenza di uno squilibrio del sistema pro-ossidante/antiossidante a favore del primo, la risposta adattativa non è più sufficiente e per questo si possono sviluppare patologie che colpiscono la cellula, i tessuti e le cellule dell’organo e in questo caso si parla di patologie sistemiche. Tutte le molecole biologiche possono interagire chimicamente con i radicali liberi ed essere danneggiate se i livelli di antiossidanti endogeni sono insufficienti, per questo sono stati sviluppati metodi analitici per valutare la situazione anche a livello ematico. Il riconoscimento del problema consente anche la predisposizione di adeguati rimedi e in questo contesto è stata effettuata la sperimentazione di un integratore alimentare antiossidante: CELLFOOD che può essere considerato un vero e proprio “modulatore fisiologico” in quanto risponde a due logiche fondamentali di prevenzione e cura, è in grado di liberare ossigeno e fornirgli elementi micronutrienti essenziali. Per comprendere meglio i meccanismi d’azione abbiamo studiato in vitro le proprietà antiossidanti della CF valutando l’effetto protettivo della CF nei confronti sia delle biomolecole (glutatione e DNA) che delle cellule circolanti del sangue (come eritrociti e linfociti) danneggiate dallo stress ossidativo . I risultati ottenuti mostrano che la CF è più efficace nel proteggere le biomolecole e le cellule dall’ossidazione; in particolare, negli eritrociti la CF riduce l’emolisi cellulare da parte degli ossidanti mantenendo la protezione antiossidante degli eritrociti. La riduzione della lisi ossidativa eritrocitaria da parte della FC può essere particolarmente importante negli atleti che, a causa dell’elevato consumo di ossigeno per la produzione di energia, possono trovarsi in condizioni di stress ossidativo con conseguenze anemiche. Anche nei linfociti, la CF si è dimostrata efficace nel ridurre lo stress ossidativo all’interno delle cellule, confermando l’azione protettiva diretta della CF contro i comuni ossidanti fisiologici, responsabili del danno ossidativo a biomolecole come lipidi, proteine ​​e acidi nucleici.